Interpreti: Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi
Regia: Giuseppe Carullo e Cristiana Minasi
Spettacolo Vincitore Premio Scenario per Ustica 2011; Premio in Box 2012; Premio Internazionale T. Pomodoro 2013
“…Essi si sarebbero svegliati e si sarebbero affrettati a baciarsi l’un l’altro,
affrettandosi ad amare, avendo coscienza che i giorni sono brevi,
che era tutto quello che rimaneva loro.
Si sarebbero affrettati ad amare
per spegnere la grande tristezza che era nei loro cuori (…)”
F. Dostoevskij
Un uomo e una donna si ritrovano sul grande palco dell’esistenza, nascosti nel loro mistero di vita che li riduce dentro uno spazio sempre più stretto. Sembrano essere chiusi in una scatoletta di metallo, asettica e sorda alle bellezze di cui sono
potenziali portatori, ma un “balzo” – nonostante le gambe molli – aprirà la custodia del loro carillon. Fuoriescono vivendo il sogno della vera vita da cui non è più necessario sfuggire, ma solo vivere, con la grazia e l’incanto di chi ha imparato ad amare la fame, la malattia, i limiti dello stare.
Vogliamo, tra le righe della poesia farci portavoce di una generazione presa dai tarli
cui è preclusa la possibilità di realizzare, con onestà e senza compromessi, le proprie
ambizioni. Sentiamo pesante l’immortalità della tragica favola di Romeo e Giulietta lì dove nulla di vivo resta se non i vecchi, la cui faida e il cui egoismo, non il caso, hanno ucciso I giovani. Abbiamo voglia di sfidare il mito e celebrare il lieto fine nella vita, o quantomeno nella speranza della stessa, e non nella morte avendo avuto la paradossale e sacrale fortuna di toccarla in vita.